Il certificato di malattia va controllato attentamente perché piccole disattenzioni possono portare a problematiche severe.
Si tratta di un documento fondamentale che viene utilizzato per attestare una precisa condizione. E, quindi, è importante valutare parte del certificato di malattia per capire se ci sono errori e omissioni che possono avere un peso ingente dopo.
Il documento ha validità medico-legale: non è semplicemente un foglio che attesta che il lavoratore è in malattia, ma serve ai fini dei controlli. E viene rilasciato dal medico per il lavoratore dipendente che si trovi in condizioni fisiche tali da non poter adempiere ai suoi obblighi lavorativi.
Oggi il certificato viene generato telematicamente dal medico e inviato direttamente all’INPS. In questo si trovano la prognosi, i dettagli e anche l’indirizzo dove il soggetto è reperibile. Ci sono anche delle condizioni particolari in cui è possibile retrodatarlo, questo ad esempio può avvenire se il soggetto è stato precedentemente ricoverato. Oppure se la persona si è ammalata mentre era all’estero. In questi casi non era possibile andare subito dal medico, ma c’è una condizione che attesta comunque, mediante altra certificazione, lo stato in quel preciso momento.
Si tratta di un sistema che legittima l’assenza del dipendente per motivi di salute e negli anni il documento si è semplificato, come anche la procedura. Il certificato di malattia serve come giustificazione e deve essere compilato in ogni sua parte altrimenti si rischiano problemi. Bisogna quindi che vi siano sempre: diagnosi, prognosi, numero protocollo PUC, indirizzo reperibilità, firma del medico. Un dato importante è quello delle date perché se ci sono delle omissioni o variazioni, anche per errore, ciò che di fatto succede è che i giorni non riportati sono “scoperti”.
Il lavoratore, quindi, è tenuto ad informare correttamente il suo titolare e anche il medico e poi verificare che tutto sia corretto. Una svista sulle date può capitare: il documento è telematico, certo, ma sempre compilato da un medico e non è improbabile che qualcuno possa confondersi. Onde evitare giorni “bucati” è meglio optare per un duplice check al fine di essere certi che tutto sia idoneo come richiesto dalla normativa in materia.
Bisogna anche ricordare che il certificato va inviato entro 2 giorni dalla data del rilascio e che, laddove non vi sia possibilità di farlo per via telematica per varie ed eventuali, è il lavoratore ad avere l’onere di consegnare lo stesso. In modalità cartacea o con raccomandata entro i due giorni successivi.
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