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Bisogna prevenire e non curare. L’educazione alla salute è una materia da introdurre, assolutamente, nella scuola del futuro

Il fondatore dell’istituto Mario Negri, Silvio Garattini, ha recentemente lanciato un appello a favore dell’insegnamento della salute nelle scuole, sottolineando l’importanza di educare le nuove generazioni a stili di vita sani e alla prevenzione delle malattie.

Durante un intervento al Tedx Taranto, il maestro ha messo in luce temi cruciali riguardo alla connessione tra salute e ambiente, evidenziando come il benessere del singolo dipenda profondamente dal contesto che lo circonda.

Silvio Garattini, noto farmacologo e oncologo, ha colpito l’attenzione del pubblico raccontando di una proposta che potrebbe cambiare il futuro della sanità in Italia. “Anche se ci vuole del tempo, è fondamentale iniziare,” ha detto. Garattini ha rimarcato che nel nostro Paese non esiste una scuola superiore di sanità, una lacuna significativa che si spera possa essere colmata, cominciando proprio da Taranto. L’idea di introdurre un’ora di insegnamento della salute a settimana in ogni classe può sembrare semplice, ma potrebbe portare a risultati straordinari. In un contesto in cui le malattie proliferano a causa di abitudini nocive, educare i giovani diventa un passo imprescindibile per formare una popolazione consapevole e responsabile.

Si potrebbe dire che l’insegnamento riguardo alla salute è alla base di una rivoluzione culturale necessaria per il Paese. Garattini ha sottolineato che “se non cominciamo, non lo faremo mai.” Questo messaggio è un appello forte e chiaro a tutti i settori della società, per garantire un sistema sanitario che non si limiti a curare le malattie, ma che miri in prima istanza a prevenirle.

Il professore ha suggerito che affrontare il tema della salute partendo dalla scuola non è solo utile, ma anche obbligatorio. Bisogna iniziare a vedere la salute come un valore da difendere, un bene comune che va tutelato fin dai primi anni della vita, attraverso l’istruzione e l’educazione.

La medicina e il mercato delle cure

La medicina attuale è soprattutto un mercato in espansione.
Si ignorando le radici di molte malattie che spesso legate a comportamenti personali facilmente evitabili attraverso sani abitudini. (www.reedgourmet.it)

Proseguendo con il suo discorso, Garattini ha toccato un tema scottante: “oggi tutto è stato sviluppato per aumentare le cure.” La medicina attuale non è solo una scienza al servizio della salute, ma anche un mercato che tende a espandersi. Con il potenziamento dei rimedi, la competizione fa sì che le persone siano sempre più invitate a cercare soluzioni per ciascun problema, ignorando le radici di molte malattie, spesso legate a comportamenti personali. Parole decisive, quelle di Garattini, che richiamano l’attenzione sulla responsabilità individuale nelle proprie scelte di vita.

Esaminando i dati, il professore ha messo in evidenza che ci sono in Italia circa quattro milioni e mezzo di malati di diabete di tipo 2. “Una malattia evitabile,” ha commentato, eppure le complicazioni che ne derivano possono essere drasticamente diminuite attraverso sane abitudini. L’idea di avere un’educazione alla salute a scuola sembra non più solo un desiderio, ma di fatto un’esigenza irrinunciabile.

Garattini ha reiterato l’importanza di spostare il focus della medicina dalla cura al ciclo di prevenzione. Ciò richiede una vera e propria trasformazione nella nostra cultura sociale. Il legame tra l’individuo e la salute deve essere al centro delle discussioni riguardanti il nostro futuro, e tutto deve partire dalla formazione nelle scuole.

Un febbraio rivelatore

Il professor Garattini non è nuovo a queste posizioni. Già lo scorso agosto, in una dichiarazione alla stampa, ha esortato il Ministero dell’Istruzione a prendere sul serio la necessità di integrare l’insegnamento della salute nel curriculum scolastico. Ha definito “ridicolo” che non venga allocato tempo per trattare temi così rilevanti. Un cammino lungo, ma necessario per una società più sana.

Inoltre, il farmacologo ha esaminato anche l’atteggiamento dei medici, suggerendo che non dovrebbero limitarsi a prescrivere farmaci, ma devono anche inculcare buone abitudini nei pazienti. Frasi brevi ma incisive, che colpiscono. Secondo Garattini, i dottori dovrebbero essere monitorati attraverso l’efficacia delle loro cure: quanti pazienti smettono di fumare, quanti perdono peso nella maniera corretta. E ciò si collega a un altro aspetto decisivo: la comunicazione.

Garattini si è espresso sulla necessità di una informazione indipendente riguardo alla salute, sottolineando che l’attuale panorama informativo è in gran parte influenzato da interessi commerciali. La salute pubblica necessita di una vera e propria ribellione contro le informazioni distorte, urlando a gran voce l’importanza di una comunicazione chiara e veritiera.

Un allerta globale

L’allerta lanciata dal professore non arriva da solo, ma si inserisce in un contesto più ampio. Recentemente, la World Obesity Federation ha rilasciato previsioni allarmanti riguardo alla crescita dell’obesità a livello mondiale. Se non ci saranno interventi significativi, oltre la metà della popolazione mondiale sarà classificata come obesa o in sovrappeso entro il 2035. Non solo, si prevede un raddoppiamento dei tassi di obesità tra i giovani, con numeri vertiginosi in arrivo.

Le cattive abitudini alimentari, insieme alla sedentarietà, rappresentano una minaccia concreta. La diffusione di questo messaggio deve raggiungere i più giovani, aiutandoli a comprendere l’importanza di uno stile di vita sano in tutte le sue sfaccettature. Garattini ha spinto per la creazione di un ambiente educativo più robusto riguardante la salute.

A questo proposito, la questione è stata oggetto di discussione anche nel corso di una trasmissione dedicata agli istituti scolastici, dove esperti hanno offerto suggerimenti utili su come migliorare abitudini alimentari e di vita. Anche l’articolo 32 della Costituzione italiana fa eco a queste riflessioni, lasciando intravedere un percorso già avviato nel mondo scolastico. Tuttavia, la mancanza di un’educazione chiara e uniforme resta un ostacolo da superare.

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